Le alici sono fra i primi pesci che riportano il contenuto maggiore e più equilibrato di acidi grassi omega 3 e omega 6, un mix che protegge da infarto e ictus.
È quanto ha stabilito uno studio spagnolo dell’Università dell’Almeria che ha confrontato 12 varietà di pesci comuni nella dieta dei Paesi mediterranei, tra i quali nasello e sardine.
La ricerca ha stabilito che il pesce in assoluto più ricco delle sostanze naturali è la “velenosa” Tracina drago, seguita, subito dopo, dalle alici.
Il contenuto di grassi polinsaturi a catena lunga, i più utili per l'organismo, è rispettivamente il 51% e il 48% del totale di acidi grassi presenti nei due alimenti.
Il fegato di pesce è una ottima fonte di grassi polinsaturi, specialmente di quelli della famiglia omega 3, come l'acido eicosapentaenoico (Epa) e l’acido docosaesaenoico (Dha).
Eppure l’industria di trasformazione alimentare “spreca” gran parte di questo tesoro buttando via le interiora prima dell’inscatolamento.
È uno dei “peccati” che i ricercatori rinfacciano ai conservieri.
Mettere da parte il fegato farebbe bene anche al mare: ogni anno centinaia di tonnellate di scarti di pesce vengono buttati nelle acque, un problema soprattutto per le zone costiere.
Purtroppo scartando queste parti si fa a meno di tutte le proprietà nutrizionali, mentre, se fossero utilizzate, si potrebbe ridurre l'impatto sull'ambiente marino e migliorare le condizioni di salute degli esseri umani.