Si conoscono due tipi di Diabete:

 

Diabete di Tipo 1 o diabete giovanile: compare negli anni dell’adolescenza o infanzia ed è caratterizzato dall’assenza totale di secrezione di insulina. Si verifica ogni anno in 8 bambini su 100.000.

Le cause non sono ancora certe. Alcuni studi ipotizzano cause genetiche e ambientali.

Altri studi sostengono che il meccanismo della carenza di insulina sia dovuto ad un’autodistruzione delle cellule del pancreas che producono insulina, effettuata dai linfociti T, cellule del nostro sistema immunitario, che iniziano ad aggredire le cellule del pancreas che producono insulina fino a distruggerle. L’organismo produce auto-anticorpi e per questo motivo il Diabete è classificato tra le malattie autoimmuni.

 

Diabete di Tipo 2: in questo caso il pancreas riesce a produrre insulina, ma non è sufficientemente utilizzata dall’organismo e porta ad una iperglicemia. Ne sono affetti il 5% della popolazione italiana, cioè più di 3 milioni di persone.

Le cause sono diverse: obesità o sovrappeso, vita sedentaria, dieta non equilibrata.

 

Diabete Gravidico o Gestazionale (GDM): È un’intolleranza al glucosio di entità variabile che inizia o viene diagnosticata per la prima volta in gravidanza e si risolve in genere non molto tempo dopo il parto.

Questa definizione non esclude che in alcuni casi la malattia possa essere antecedente alla gestazione e che questa abbia costituito un’opportunità per giungere alla diagnosi.

Il GDM è la più frequente complicanza della gravidanza, presentandosi in una percentuale che va dal 2% al 14% a seconda degli studi.

La prevalenza è più alta in alcuni gruppi etnici ed è influenzata dai criteri diagnostici adottati.

Ci sono delle complicanze per donna, feto e neonato, in quanto se il GDM non viene riconosciuto e trattato, può associarsi ad un’elevata morbilità della madre, del feto e del neonato. I rischi per donna e bambino sono molteplici.

 

 

Quali sono i sintomi del diabete mellito?

Spesso l’iperglicemia non presenta alcun sintomo ed è per questo che alcune volte diventa difficile da diagnosticare.

I sintomi più frequenti che si presentano come campanello d’allarme sono:

- Aumento della quantità di urina, dovuto alla presenza eccessiva di glucosio nel sangue che l’organismo cerca di espellere per via urinaria; come conseguenza si ha polidipsia (sete intensa) per ripristinare la quantità di liquidi persi. Mancanza di sudorazione anche durante le giornate calde.

- Stanchezza e spossatezza, in quanto la mancanza di insulina nel sangue non fa arrivare all’organismo l’energia necessaria per il giusto nutrimento.

- Alitosi, scompenso metabolico dovuto al fatto che l’organismo trae energia dagli acidi grassi accumulando corpi chetonici che, essendo scorie, devono essere espulse tramite l’urina o nell’aria.

- Polifagia (fame intensa), non motivata, poiché subentra senza aver svolto attività impegnative per l’organismo. Lo zucchero non viene trasformato in energia e si tenta di assumere sostanze nutritive in quantità esagerata.

- Vista sfocata, dovuta ad un’alterazione del cristallino e del liquido endoculare causato dall’aumento di glucosio.

- Cistiti, dovute a proliferazione di funghi e batteri che si nutrono di zuccheri.

- Lenta guarigione delle ferite, che dipende dalla presenza nel sangue di un elevato livello di zuccheroche impedisce la rapida cicatrizzazione.

 

Quali possono essere le conseguenze del diabete mellito?

 La presenza di elevati valori di glicemia porta a delle complicanze a carico degli organi e apparati:

- Neurologici, con neuropatie a carico dei nervi motori, visivi e acustici.

- Renali, con danni alle strutture filtranti dei reni che potrebbe portare alla dialisi.

- Cardiovascolari, con infarto del miocardio, cardiopatia ischemica, ictus.

- Oculari, con retinopatia che può portare alla cecità.

 

Come viene diagnosticato il diabete mellito?

Attualmente la diagnosi del diabete mellito si basa esclusivamente sulla presenza di iperglicemia o di emoglobina glicata maggiore del 6,5%.

I valori di glicemia a digiuno compresi tra 100-125 mg/dl di sangue non individuano uno stato di diabete, ma presentano un campanello d’allarme da monitorare. Valori superiori individuano il diabete ed è quindi necessario rivolgersi al medico, il quale programmerà una serie di accertamenti più specifici e una dieta con cibi a basso indice glicemico.

 

Cosa si intende per indice glicemico?

 L’indice glicemico (IG) indica la velocità con la quale un alimento, contenente carboidrati, alza la glicemia dopo essere stato consumato.

Per stabilirlo si utilizza come “metro di paragone” il glucosio, che ha valore IG di 100.

L’indice glicemico di un alimento è considerato basso se è inferiore a 50, medio da 50 a 70 e alto da 70 in su. Esistono diversi cibi a basso indice glicemico, ecco alcuni esempi:

- l’IG di uova, pesce, formaggi stagionati, carni, zucchine e ortaggi è circa 0

- l’IG della mela e della pasta integrale è circa 40 - l’IG del riso integrale è circa 50

- l’IG della pasta è circa 75

- l’IG della pizza è circa 80

- l’IG del pane bianco arriva fino a 110

La dieta deve essere rigorosamente basata su cibi a basso IG, favorendo cereali integrali, orzo, avena, verdure. Bisogna aumentare l’uso di aglio, cipolle, cannella, zenzero, pepe nero, rosmarino fieno greco e porri.

 

 

I consigli della nostra specialista!

 Ecco allora alcuni consigli per proteggere la tua salute:

1. Non saltare i pasti, mangia regolarmente consumando 3 pasti principali e 2 spuntini al giorno.

2. Fai in modo che i tuoi pasti siano composti da 55% di carboidrati, 15-18% di proteine e 25-30% di grassi.

3. Mangia tante verdure, in particolare quelle ricche di fibre, modera pane, cracker, grissini, patate, pasta e frutta.

4. Limita gli zuccheri semplici, come quelli di cioccolata, torte e succhi di frutta zuccherati.

5. Scegli carne bianca e pesce magro. Mangia uova al massimo 2 volte la settimana.

6. Utilizza olii vegetali meglio se olio evo (extra vergine di oliva) al posto di burro e lardo.

7. Consuma al massimo 5-6 grammi di sale al giorno. Insaporisci invece con spezie, erbe aromatiche e limone.

8. Mantieni costante il tuo peso corporeo.

9. Se hai bisogno di dimagrire, evita grassi e alcolici.

10. Pratica attività sportiva almeno 3 volte la settimana.

 

Ecco i nostri prodotti consigliati:

Quando i valori della tua glicemia non sono alti, oltre alla dieta e all’attività fisica, puoi dare un aiuto al tuo organismo con il supporto di integratori naturali a base di:

- GYMNEMA SILVESTRE, le cui foglie contengono acidi gimnemici capaci di stimolare le cellule beta del pancreas nella produzione di insulina. L’azione ipo-glicemizzante si esplica attraverso la stimolazione del metabolismo del glucosio e l’inibizione dell’assorbimento degli zuccheri a livello intestinale.

- GALEGA OFFICINALIS, contiene galegina che ha proprietà ipoglicemizzanti, anche la presenza di Sali di cromo riduce il tasso glicemico. Essa ha inoltre un’azione depurative sul fegato e sui reni, aumentando la diuresi.

- BARDANA (Arctium lappa),la radice di questa pianta contiene lignani, vitamine del complesso B, amminoacidi, oligoelementi, sostanze amare, tannini e resine; ma soprattutto è costituita da inulina, che svolge un’azione purificante del sangue. La proprietà ipoglicemizzante della pianta è dovuta all'effetto disintossicante che svolge sugli scarti delle diverse reazioni metaboliche dell’organismo.

- NOGLIC, integratore alimentare a base di estratti di Momordica, Gymnema, Cannella e Cromo. Il prodotto contiene inoltre acido alfa lipoico. La cannella, la Gymnema ed il Cromo, contribuiscono al mantenimento di livelli normali di glucosio nel sangue


Dott.ssa Rosaria

Prodotto aggiunto alla lista dei desideri